La Città e la Storia

LA CITTA’

Tra le provincie emiliane, Parma, ricca di opere d’arte e di una tradizione culturale decisamente aristocratica, è forse quella che più di tutte ha dato ospitalità e natali a personaggi illustri: Da pittori come Correggio e Parmigianino, a musicisti di levatura mondiale come Giuseppe Verdi o il direttore d’orchestra Arturo Toscanini, ad autori stranieri che l’hanno citata nelle loro opere come Stendhal o Proust. Come per le provincie di Modena e Reggio Emilia, i suoi confini vanno dagli Appennini, oltre i quali troviamo Toscana e Liguria, alla Pianura Padana e al Po, oltre il quale troviamo la Lombardia, con la Via Emilia che, anche qui fa da asse. Il suo territorio è stato governato nel medioevo e rinascimento da alcune delle signorie più importanti come gli Sforza, gli Este, i Visconti o i Borbone, fino ad essere incluso tra i possedimenti Napoleonici nell’800 sotto il dominio di Maria Luigia. Tutto questo le ha permesso di stare al passo con la cultura delle grandi capitali europee con un valore aggiunto: quello delle eccellenze gastronomiche che, tutt’oggi, la pongono nel cuore della cosiddetta Food Valley e ne fanno una capitale del gusto a livello internazionale

 

UN PO’ DI STORIA

Tracce di civiltà nel territorio parmense risalgono al paleolitico inferiore: abbiamo ritrovamenti nella valle del Taro e verso il confine con la provincia di Reggio. Numerose poi sono le Terramare ritrovate un po’ su tutta la provincia, testimonianza dell’età del bronzo. Il primo insediamento venne fondato dai Romani nel 183 A.C. cui seguì, a pochi anni di distanza la costruzione della Via Emilia. Questo permise da subito alla città di svilupparsi in maniera fiorente diventando un punto di riferimento per tutta la pianura circostante.
Divenne sede di un ducato ancora prima del Mille, quando venne conquistata dai Longobardi. Oltre ad essere uno dei centri sulla via Emilia, ora Parma è anche una tappa della via Francigena e sorgono ospizi, locande e castelli, nonché monasteri e abbazie grazie alle quali buona parte dei territori vennero bonificati. Dopo un periodo tribolato durante il quale Parma si trova sotto il dominio di vescovi-conti e durante il conflitto tra potere politico e religioso, diviene finalmente comune nel 1140.
Ma le controversie tra papato e impero, non cessano e la città si trova in seguito al centro dello scontro tra guelfi e ghibellini (buona parte delle famiglie locali parteggiavano per i primi). Sconfitto dunque Federico II, il dominio di Parma passa prima ai Visconti e poi agli Sforza fino al 1500. Dal 1545, poi, per separare lo stato pontificio dal dominio spagnolo che vigeva in Lombardia, il ducato viene assegnato ai Farnese, che regnarono incontrastati per due secoli, arricchendo la città di opere d’arte e monumenti. Alla fine del loro dominio, Parma passò per un breve periodo sotto il dominio spagnolo, ma è l’influenza francese che maggiormente lascerà il segno in particolare dal 1815 quando, dopo il Congresso di Vienna, il ducato viene assegnato a Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone Buonaparte, che vi regnerà per circa 30 anni gestendo il ducato con una politica di stato assoluto che lo terrà fuori dai primi moti risorgimentali di metà ‘800. Alla morte della sovrana, passò sotto i Borbone per un brevissimo periodo, fino all’annessione al regno d’Italia. E’ da questo momento che Parma comincia a subire una sorta di declassamento: da capitale a capoluogo di provincia, portando crisi sia economica che sociale. Il comune non si riprenderà più da questa situazione che vedrà un peggioramento nel ‘900 quando al suo interno si diffonderanno diverse fazioni antifasciste che videro il momento più drammatico nel 1922 con il tentativo di balbo di entrare in città e la dura risposta degli squadristi con le barricate. Fu solo nel secondo dopoguerra che lo sviluppo economico cominciò a riprendersi lentamente grazie all’industria alimentare e al recupero del suo patrimonio artistico e culturale.

I Viaggi di Benedetto Morini