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Basilica di Santa Maria della Steccata

La Madonna della Steccata è in realtà l’immagine di una Madonna con bambino che compare affrescata sulle pareti di un oratorio. Per dare un luogo di culto ai fedeli che l’avevano decretata immagine miracolosa, nacque la basilica. Prima della sua edificazione era stato posto uno steccato di fronte all’immagine per contenere l’affluenza di pellegrini: da qui il nome. Dallo steccato si passò quindi all’edificazione di una piccola chiesa e, nella prima metà del ‘500, venne ampliata fino a diventare una vera e propria basilica grazie anche all’edificazione della cupola progettata da Antonio da Sangallo il Giovane. Venne consacrata nel 1539 e oggi, al suo interno, ritroviamo importanti opere del Parmigianino

Palazzo del giardino di parco Ducale

Palazzo del Giardino si trova all’interno del Parco Ducale. Si tratta di un edificio inserito all’interno di un’area verde. Il progetto fu redatto probabilmente da Jacopo Barozzi detto il Vignola. A Commissionare la costruzione di Palazzo del Giardino, per darsi una dimora stabile, e fornire Parma di una residenza degna, fu il duca di Parma Ottavio Farnese nel 1561. Negli anni l’edificio subì notevoli modifiche ed abbellimenti strutturali. Il colore “giallo Parma” è un ricordo dell’età borbonica. Diversi bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto alcune sale di rappresentanza. Oggi Palazzo del Giardino è sede dell’Autorità Europea per la sicurezza alimentare.

Teatro Regio

Fu la duchessa Maria Luigia, amante ed intenditrice di musica, a commissionare il teatro, inizialmente chiamato Nuovo teatro Ducale. La zona per l’edificazione era stata un tempo di appartenenza di un monastero. Ci vollero 8 anni per terminarlo e l’opera lirica che inaugurò il teatro fu “Zaira”, composta appositamente per l’occasione da Vincenzo Bellini. Nel 1853 vennero apportate delle modifiche per rendere il teatro più moderno e al passo con i tempi: vediamo quindi la sostituzione del lampadario con quello ancora in uso oggi e la costruzione di un sistema di illuminazione a gas. Benchè la fortuna dei teatri si perse con l’inizio del ‘900, il Regio riuscì a rimanere aperto grazie al volere dei cittadini, a discapito di molte altre strutture che venivano cedute e restavano chiuse per decenni. L’interno, è composto da 112 palchi disposti su 4 ordini. Il soffitto fu decorato da Giovan Battista Borghesi con figure dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Giovan Battista Borgesi si occupò anche del raffigurare sul sipario il “Trionfo della Sapienza”, ispirato al regno di Maria Luigia, che nel dipinto appare nelle vesti di Minerva.

Palazzo Tirelli

Tra gli edifici di maggiore interesse a Parma c’è senz’altro il Palazzo dei Marchesi Tirelli. L’edificio è il maggiore esempio di palazzo padronale con architettura rinascimentale a Parma. Da notare la facciata quattrocentesca e le finestre, rimaste integre, in cotto, contornate da un davanzale che sorregge delle lesene, sovrastate da un timpano triangolare. Anche nell’androne di ingresso troviamo decorazioni quattrocentesche, mentre, sul lato est dell’edificio è presente un’arcata chiusa in mattoni. Lo scalone a tre rampe probabilmente è stato realizzato tra il sei ed il settecento. Nel corso dei secoli il palazzo è sempre stato residenza di nobili casate. Già nel XIV secolo apparteneva ai Conti Bajardi, mentre nel diciassettesimo secolo era di proprietà di alcuni discendenti dei Conti Garimberti. Agli inizi del XIX secolo il palazzo passò sotto il possesso dei Marchesi Tirelli, famiglia resa nobile da Francesco Farnese, l’allora duca di Parma. Gli eredi di Palazzo Tirelli sono ancora oggi proprietari di una parte importante del palazzo.

Chiesa di San Pietro

Il nucleo originario risale al IX secolo, ma vennero apportate importanti modifiche architettoniche nei primi anni del ‘500. L’attuale aspetto però risale al 1710 ed è in stile neoclassico, opera dell’architetto Petitot, di cui ritroviamo numerosi altri monumenti in città. L’interno è ad una sola navata, con altari laterali e un’alta cupola affrescata. Notevoli gli stucchi dei pilastri e dei pennacchi, e l’altare maggiore, in legno intagliato e dipinto con motivi neoclassici dal Panini. Tra le altre opere custodite nella chiesa, spiccano un S. Giuseppe morente, tela del primo Seicento di Alessandro Bernabei e la Madonna col Bambino e i Santi Pietro e Paolo, attribuita ad Alessandro Mazzola-Bedoli.

Casa Museo Toscanini

Originario proprio di Parma, a cent’anni dalla nascita, il comune ha deciso di aprire al pubblico la dimora dove soggiornò il celebre direttore d’orchestra, oggi trasformata in museo. Recentemente ristrutturato, presenta una parte espositiva dettagliatamente sviluppata, che permette al visitatore di entrare in contatto con tutti gli aspetti di Toscanini, l’uomo e l’artista. La maggior oarte dei reperti sono documenti autografi e immagini che furono donate dalla famiglia al comune di Parma e che provengono per lo più dalla sua abitazione milanese dove morì nel 1957. Il percorso museale ricostruisce rigorosamente la vita del Maestro: dal suo rapporto con Parma alle relazioni con i compositori più amati. Il tutto supportato da tecnologie multimediali d’avanguardia.
Ricordiamo uno dei più grandi direttori d’orchestra italiani come direttore del Metropolitan, della filarmonica di new York e dell’orchestra della NBC sin dai primi del ‘900. In particolare, egli è stato un grande interprete delle opere di Verdi, Wagner, Beethoven, Brahms.

Museo del profumo (Collezione Borsari 1870)

Fra i prodotti di Parma, celebri per qualità e prestigio, vi è sicuramente il profumo di casa Borsari, la “Violetta di Parma”. Il profumo nasce dalla passione della duchessa Maria Luigia per la viola mammola, fiore spontaneo dell’Appennino parmense, e dalla lungimiranza imprenditoriale di Lodovico Borsari che, nel 1870, riesce a procurarsi la formula segreta del profumo creato dai frati del Convento dell’Annunciata. Nel 1934 l’azienda Borsari si trasferisce nell’edificio in stile Art Deco di Via Trento che tuttora occupa. Dal 1990 questo regno dei profumi ha aperto le sue porte al pubblico, allestendo un museo che racconta quasi cento anni di storia aziendale, attraverso l’esposizione di splendide bottiglie in vetro, scatole, manifesti, calendari profumati ed altro materiale, spesso opera di illustri grafici e disegnatori. Una “Olfattoteca” offre oltre duecento oli essenziali, che illustrano al pubblico le varie fasi della creazione di un profumo.

I Viaggi di Benedetto Morini