L’Appennino Parmense

L’Appennino parmense è una sezione dell’Appennino settentrionale compresa nei confini della provincia di Parma.
Comprendendo la zona collinare, occupa circa i 2/3 del territorio provinciale (circa 2.300 km²). Partendo dal passo della Cisa, la parte orientale fa parte dell’Appennino Tosco-Emiliano, mentre la parte occidentale appartiene all’Appennino Ligure.
La rete dei sentieri Cai si compone di circa 110 itinerari tra Appennino est e Appennino ovest, tra le mete più famose c’è senz’altro il Parco dei Cento laghi, con i suoi numerosi sentieri e proposte di escursioni guidate sia d’estate che d’inverno.
La visita nei luoghi dell’Appennino è ideale anche agli amanti dello sci con le stazioni di Prato Spilla e Schia.
Da Varsi a Bardi, da Borgotaro a Compiano e a Bedonia, da Corniglio a Monchio delle Corti, sono davvero tanti i paesi ricchi di storia e di elementi d’interesse della montagna, nei quali è bello perdersi per stradine lastricate di pietra in un silenzio che sembra quasi irreale.  Natura, cultura, storia e enogastronomia. Qui il re assoluto delle tavole è il Fungo porcino (cui s’affiancano Parmigiano Reggiano, pane di montagna, torte d’erbe e di patate, piatti a base di castagne e frutti di bosco), protagonista in autunno di feste e sagre assai frequentate.
Fino a pochi anni fa l’Appennino parmense era principalmente solo terreno per panoramiche escursioni, scampagnate a caccia di ovuli e porcini, magari per qualche salita invernale con ramponi e piccozza seguendo una suggestiva cresta quando – verso la primavera – le punte delle nostre montagne si coprono di ghiaccio liscio e duro come cemento. L’arrampicata (anche invernale) è sempre stata invece attività per pochi appassionati. Oggi, qualcosa è cambiato. L’Appennino Parmense si è preso la rivincita ed è diventato meta non solo di un buon numero di “climber” nostrani, ma anche provenienti da tutta Italia e addirittura dall’estero, grazie all’incremento – e alla divulgazione con il passaparola – delle (belle) vie di arrampicata.
Montagne
La cima più elevata è il monte Sillara (1.861 m), sul crinale dell’Appennino tosco-emiliano che divide la provincia di Parma da quella di Massa-Carrara. Tra le altre vette più elevate della sezione tosco-emiliana sono da segnalare il monte Losanna (1.856 m), il monte Marmagna (1.852 m), il monte Orsaro (1.831 m) e il monte Paitino (1.815 m), tutte all’interno del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Completamente all’interno della provincia di Parma sono il monte Navèrt (1654 m), il monte Caio (1.584 m) e il monte Cervellino (1.492 m).
Le vette più elevate della sezione occidentale sono il monte Maggiorasca (1.804 m), il monte Bue (1.775 m), il monte Penna (1.735 m), sul confine con la provincia di Genova, il monte Ragola (1.710 m), il monte Trevine (1.650 m), il monte Gottero (1.639 m), il monte Tomarlo (1.602 m), il monte Molinatico (1.549 m) e il monte Pelpi (1.480 m).
Poco al disotto della vetta del Gottero si trova la “Foce dei Tre Confini” (1.408 m), in cui si incontrano le tre regioni di Emilia-RomagnaToscana e Liguria.
Laghi
Nel territorio dell’appennino parmense si trovano numerosi laghi quasi tutti all’interno del Parco regionale dell’alta Val Parma e Val Cedra (chiamato infatti anche “Parco dei cento laghi”).
Il lago Santo parmense, il maggiore di tutto l’appennino settentrionale, con una superficie di 81.500 m²,
il lago Ballano (73.000 m²),
il lago Verde (59.800 m²), che è il più profondo (24 m),
il lago Pradaccio (circa 40.000 m², situato all’interno della “Riserva naturale orientata Guadine-Pradaccio”),
il lago Squincio (31.000 m²),
i laghi Gemio (o Gemini) superiore (35.700 m²) e inferiore(32.500 m²), chiamati comunemente Lagoni,
il lago Scuro parmense (11.600 m²)
il lago Palo (8.700 m²).
A quota 1732 m si trovano i due laghi del Sillara, i più elevati di tutto l’appennino parmense.
La fauna ittica di tutti questi laghi comprende la trota fario e il salmerino di lago.
Valli
Le valli principali sono quelle del Taro, del Parma e del Ceno. La Val d’Enza è condivisa con l’Appennino reggiano.
Tra le valli minori da citare quelle del Baganza (che confluisce nel torrente Parma in prossimità del centro cittadino), del Cedra, del Bratica e dello Stirone. Tutti questi corsi d’acqua scorrono da sud verso nord e sono tributari direttamente o indirettamente del fiume Po.
Come per altre aree appenniniche, anche l’Appennino parmense è interessato in alcune zone dal tipico fenomeno erosivo dei calanchi.
Valichi
Tra i numerosi valichi i principali sono
il passo della Cisa (1041 m, BercetoPontremoli),
il passo di Centocroci (1055 m, AlbaretoVarese Ligure),
il passo del Bocco (956 m, BedoniaChiavari),
il passo del Brattello (953 m, BorgotaroPontremoli),
il passo del Tomarlo (1482 m, BedoniaSanto Stefano d’Aveto),
bretella Zovallo-Tomarlo Alta Val Ceno (SP Val Nure)1520 m ,
il passo del Cirone (1255 m, CorniglioPontremoli),
il passo del Lagastrello (1200 m , Monchio delle CortiComano),
il passo del Ticchiano (1154 m , CorniglioMonchio delle Corti)
il passo del Chiodo (1420 m, BedoniaSanto Stefano d’Aveto).
Aree protette
 Turismo
Numerosi sono i castelli presenti nel territorio dell’Appennino parmense: tra i principali si possono citare quelli di Bardi, di Compiano, di Torrechiara, di Felino, di Varsi (Golaso), di Pellegrino Parmense e di Varano de’ Melegari.
Le principali località per la pratica degli sport invernali sono quelle di Schia, alle falde del monte Caio nel comune di Tizzano Val Parma, con tre impianti di risalita e circa 15 km di piste, e di Prato Spilla, nei pressi del passo del Lagastrello nel comune di Monchio delle Corti, con tre impianti di risalita e circa 10 km di piste.
L’alta val Parma (comune di Corniglio, la zona di Lagdei, Lagoni e Lago Santo) è particolarmente adatta per il nordic walking e per lo sci alpinismo.
Tra le rinomate specialità gastronomiche di questo territorio il formaggio parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, il salame di Felino e i funghi porcini di Borgotaro.


I Viaggi di Benedetto Morini